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Camminata della Solidarietà (Gorle)

Ritorno in tapasciata dopo tanto troppo tempo. Quella sensazione di corsa libera e tranquilla e piacevole e scaricante che è viva solo nelle corse domenicali. Il probelma più grosso è stata cercare e trovarne una in zona martesana che non avesse troppo dislivello. Ormai i programmi per l'autunno hanno già preso il via e ci sono già da seguire ritmi e distanza predefinite. La corsa di Gorle sembrava essere esattamente quella cercata, ai piedi della Val Seriana, sulla spianata che si apre verso Bergamo. E da lì siamio partiti, al piccolo troppo, prima di ritrovarci a sorpresa davanti al panettone di Scanzorosciate. Una sorpresa totalmente inaspettata.

Un medio lento. Quello che ci voleva per abituare pian piano le gambe. E ne avevo voglia. talmente tanta, che per una volta ho preferito allungare un po' di più rispetto al programma di Fulvio. Lo so, non si fa. Ma alla voglia non si comanda. Sarebbero dovuti essere solo 12 Km ma una volta arrivato al bivio non ho resistito ed ho svoltato a verso il percorso più lungo dei ventuno. I primi otto chilometri passati tra le vie silenziose di Gorle, Ranica e Alzano Lombardo sono state un piacere. Piccole città ancora dormienti. Quasi nessuno in giro e una lunga fila spaiata di runners che hanno disegnato in continuo il percorso. Chiara poco più avanti, partita con una decina di minuti di vantaggio. 

E più che essere ad inizio agosto sembrava di trovarsi ad ottobre. Sole celato da un cielo grigio carico di pioggia. Ma solo aria fresca per la prima ora di corsa. Attraversato il Serio e diretti verso le colline le cose sono poi cambiate radicalmente. Le fila si sono allungate. I cartelli di segnalazione diradati. Il vento è salito poco alla volta. E la strada si è impennata fino a farci ritrovare involontariamente lungo la sponda delle colline di Scanzorosciate. Una salita in sterrato, scivolosa e fangosa. Non tanto per il terreno, quanto per le rocce piatte e lisce, sporche di terra bagnata di chi era già passato prima di noi. E anche il cielo ha pensato bene di dire la sua iniziando prima a piovere delicatamente, per poi trasformare la mattinata in un diluvio in piena regola. Non sono rimasto contento del dislivello incontrato. Speravo che se ci fossero state salite sarebbero almeno state lievi e invece l'impennata è stata decisa, duecento metri in poco meno di due chilometri. L'ho presa tranquilla, non volendo appesantire le gambe in vista dei prossimi allenamenti. Ma è stato divertente. Mi è mancato. Anche se l'attenzione è stata maggiore sul non-farsi-male, piuttosto che del godere del passaggio. Ho trovato e superato Chiara poco prima dell'inizio della discesa, dove ho incontrato anche gli amici della Martesana Corse e del Mulino Vecchio. Una lunga discesa. Una striscia d'asfalto che ha attraversato il versante più a sud fino a portarci in città, con una pendenza ben più alta che in salita. Una discesa per fare andare le gambe. Le anche hanno ringraziato.

La schiena non mi ha dato mai problemi, nonostante gli indolenzimenti non siano passati. Fitte nella parte alta sinistra vicino alle scapole e conseguente fastidio nella parte bassa destra in zona lombi per bilanciare. Giusto per non farsi mancare nulla. Ma non in corsa. E questa è la cosa più importante. Ma la sorpresa più grande l'abbiamo avuta una volta arrivatei in paese. Pochi i segnali dell'organizzazione e probabilmente non visti nè da me nè dai pochi che ho raggiunto in discesa. Non sapendo dove andare ho preso delle vie a caso senza trovare altre indicazioni e per un buon chilometro abbiamo vagato per le strade del centro cittadino fino a sbucare poco dopo l'ultimo ristoro. Ci siamo riuniti al grosso del gruppo prima di riscavalcare le sponde del Serio, ma tagliando un buon numero di chilometri. Alla fine sono risultati 17,5 Km totali. Ben quattro in meno rispetto al percorso regolare, ma la cosa mi è andata più che bene visti i programmi che avrei dovuto seguire. E soprattutto sono rimasto sulle gambe per 1h 22' 09", poco più del tempo della mezza. Meglio di così non poteva essere. Il problema grosso invece è stata la pioggia che dopo qualche minuto dalla discesa è iniziata a scrosciare violentemnte inzuppandoci completamente. Non ne prendevo così tanta da parecchio tempo, ma è stato quasi un piacere visto il periodo. E' vero che è bello avere un'estate calda e asfissiante, ma se devo pensare egoisticamente alle settimane che mi aspettano, ben vengano temporali e fresco. Le gambe per una volta ringraziano.