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Gambe in spalla

Appena prima del giro di boa le gambe si sono arrese. Veramente stanche. Non mi è rimasto altro che mettermele in spalla e ritornare verso l'inizio. Piccolo trotto, scarico, ritmo blando, scioglimento, lento, recupero. Tante parole per dire la stessa cosa: piano piano. Le ripetute di ieri sono entrate prepotentemente nei muscoli e la fatica è quadruplicata. Forse ingannato un po' anche dal cielo nuvoloso che in realtà oltre al fresco ha portato anche umidità. Ma tutta fatica che si trasforma in soddisfazione ripensando al lavoro di ieri. Se quella è la strada giusta vedremo i risultati.

La cosa a cui ho fatto più caso sono stati gli incontri con i colleghi-runners. Ormai ci conosciamo, ci salutiamo con un gesto di mano e un cenno. E nei giorni come quelli di oggi scarni di neo-podisti, ci siamo praticamente solo noi. E per la prima volta ho anche incontrato Moreno in abiti sportivi. Solo qualche settimana fa ho scoperto che già un anno fa ci eravamo anche scritti qualche riga. Ma al di là degli incontri, per tutti i 53' 36" dei 12 Km d'allenamento mi sono sentito particolarmente isolato, concentrato più sulla corsa che su tutto il resto. Un modo forse per esorcizzare la fatica e controllare la corsa. Sperando che lo scarico dia poi i propri benefici nelle prossime uscite.