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Da Venice Beach a Santa Monica

Ultimo giorno prima della nuova partenza. Questa volta si vola. Alle Hawaii. E per l'arrivederci a Los Angeles nuova corsa sulla spiaggia. Da Venice Beach a Santa Monica. Non credevo che cambio di orario e di percorso avrebbero inciso così tanto sulla corsa. Al di là della fatica del correre a stomaco vuoto e appena svegli. Spiaggia e parcheggi pieni di surfisti mattinieri alla ricerca dell'onda perfetta prima di andare al lavoro a Santa Monica. Senza tetto e hippy della new generation appena svegli a Venice. Due mondi diversi e contrapposti in pochi chilometri. E il mondo dei runners che ci scorre attraverso silenzioso come passando in due universi paralleli.

Anche il meteo ha deciso di cambiare per il nostro ultimo giorno. Sembrava una giornata fresca e invece l'umidità l'ha resa forse più afosa dei giorni che l'hanno preceduta. Poco traffico tra i viali cittadini, ma molta gente sulla striscia di lungomare che attraversa la spiaggia. Nell'acqua tra le lunghe onde dell'oceano si vedono una miriade di puntini neri con la loro tavola bianca e colorata. Ondeggiano, come se si sentano un tutt'uno con l'acqua. Parto osservandoli. Incuriosito e compiaciuto. Forse loro stanno pensando lo stesso di noi che calpestiamo la terra-ferma invece che l'acqua. Le mie gambe sono stanche. Un po' per le corse dei giorni scorsi, un po' per le camminate turistiche su e giù per i vialoni di L.A.. Il numero di donne e uomini in tenuta da corsa sembra essere tornata simile. Qualcuno a piedi scalzi, forse per assaporare la sabbia. Qualcuno in coppia ma con le cuffie nelle orecchie. Supero la maggior parte facilmente, mentre qualcun altro prova a resistere. Ma non ho molta voglia di spingere. Mi godo di più quello che mi circonda, incuriosito dalla miriade di senza-tetto che sembrano i padroni della spiaggia di Venice. Tutti con la loro roba, tutti seduti all'ombra di muretti o palme. Le centinaia di gabbiani che popolano la spiaggia sembrano volergli fare compagnia. Nessuno sembra farci caso. Silenziosi e immobili, come se il mondo fosse fermo. Sembra quasi esserci più silenzio, con meno colori. Una sensazione strana. Che cambia man mano che mi avvicino al pier di Santa Monica cambiando direzione. La grigia ciclabile si contorna di erba verde e fresca, ragazzi in skateboard, donne con cani e bambini. Le case piatte e uniformi lasciano spazio alle palazzine colorate. Anche il mio ritmo aumenta. Poco alla volta, ma costantemente. Sembra esserci più vita, più aria, più leggerezza. Qualcuno passa e sorride, qualcun altro saluta tendendomi la mano. Molto meglio, anche se la fatica dei 12 Km si fa sentire ancora prima di arrivare da dove sono partito. Ddopo 50' 54" anche la temperatura sale piano piano. Los Angeles è un po' così, come la sua spiaggia. Basta un metro per trovarsi in un altro mondo. Basta un passo per provare un altro ritmo.