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Goodbye Maui

Ultima corsa alle Hawaii. Non che ne abbia fatte molte, ma tra una scalata in cima ai 3055 m del vulcano Haleakala e un trail nella foresta tropicale di Hana di tempo e forze non è che ne siano rimaste molte. Paesaggi incontaminati e posti inimmaginabili, come la foresta di bamboo tutta percorsa sotto la pioggia (da non credere che quella zona particolare di Maui sia uno dei posti più piovosi - e umidi - al mondo, nda) che ha trasformato il sentiero in un fangoso torrente in piena o la discesa (e poi risalita) nelle fauci del cono vulcanico. Sarebbe stato bello farci una corsa, un bel trail tra mare e cielo. Ma è meglio pensare alla ormai imminente Mezza Maratona di Santa Barbara, ormai alle porte.

Rifinitura presto questa mattina. Dagli errori si impara. Sarebbe stato bello rifare il percorso lungo la spiaggia dell'altro giorno, ma sarebbe stato anche controproducente, visto che i polpacci già si lamentano così, senza aggiungere altri chilometri più duri del dovuto. 8 Km andata-e-ritorno lungo la strada costiera che scende verso Kihei. Umido ma sole ancora dormiente. Come sempre strade e spiagge già densamente popolate da camminatori e runners. Stranamente vento quasi assente, che qui è l'eccezione non la regola. Probabilmente le escursioni degli ultimi giorni qualche regalino alle gambe l'hanno fatto, visto che per il primo chilometro, in discesa, tendini e gemelli hanno voluto ricordarmi la loro presenza. Ma una volta scaldato le gambe hanno girato bene. Il piano è quasi impossibile trovarlo, con un leggero sali-scendi continuo che mi ha accompagnato fino al giro di boa.

Tutti quelli che ho incrociato correndo hanno salutato con un 'morning, usanza cordiale del mondo americano. Fa piacere, perchè non è una cosa dovuta, ma consolidata. Devo dire che gli statunitensi mi hanno stupito da questo punto di vista, sempre attenti alle formalità e al rispetto delle regole. Anche troppo. Se devo trovare un difetto è proprio la loro ristrettezza mentale nel seguire le regole ad essere fin troppo maniacale. Anche perchè poi, pensandoci bene, quelli che girano armati sono sempre loro. Per dire: se sto correndo e la carreggiata è composta da via pedonale, pista ciclabile e strada, è più logico che io corra sulla pista ciclabile e non sul marciapiede denso di pedoni (tra l'altro anche di una certa stazza). Ma per loro pedone o runners sono la stessa cosa. Non fa niente se correndo vado più veloce di quelli in bicicletta. Basterebbe un po' più di elasticità mentale.

Parlando di stazza è anche incredibile vedere come siano contrapposte le fisicità. Si passa dal fisicato, muscoloso che corre a petto nudo, all'obeso stressato e sudato che fa fatica ad alzarsi dalla sedia. Un mondo pieno di contraddizioni. Ma per quel che ho potuto vedere, per loro è normale. Certo un mondo affascinante. Come credo sarà curioso correre a Santa Barbara dopo-domani. Non so cosa aspettarmi. Soprattutto dopo i 34' 14" di oggi. Ma ci sarà sicuro da divertirsi. Son curioso di scoprire se anche il running-world tanto blasonato a New York sia altrettanto vissuto nel resto del paese. Le aspettative sono alte. Speriamo che anche la SBMarathon lo sia. Aloha!