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Alternative

Non è proprio l'ideale ricominciare a correre con le strade imbiancate dalla neve. Soprattutto per i problemi avuti in queste ultime settimane. Mi è sempre piaciuto uscire sotto i fiocchi bianchi del primo giorno, affondare con le scarpe sul tappeto soffice che ricopre strade e sentieri (tra l'altro è un ottimo modo per ripulre per bene le scarpe senza fare fatica e senza rischiare di rovinarle, nda), sentire i ghiaccio sciogliersi all'istante al contatto con la pelle, guardare sogghignando chi ti osserva dubbioso dai vetri delle auto. Tra l'altro, un ottimo allenamento di potenziamento e propiocezione. Ma so che avrei solo rischiato di peggiorare la mia situazione, appesantendo e facendo lavorare troppo i muscoli delle cosce e rischiando di cadere in bruschi movimenti per ritrovare l'equilibrio che non avrebbero certo giovato alla parte addominale. Per cui sono corso ai ripari. Ho pensato a qualche percorso alternativo per rimanere a bordo strada. Ne sono nati due giorni alternativi.

Ieri medio di 12 Km inventato totalmente al momento. Giusto per non lasciare nulla di intentato ho corso verso la Martesana sperando che la cilcabile fosse stata pulita, ma inutilmente. Arrivato alla sbarra dove inizia la zona pedonale sono dovuto ritornare sui miei passi. Tra l'altro in questi giorni non è rimasta una bella neve, troppo inzuppata di acqua e appesantita. Ho corso a bordo strada, sempre in direzione opposta al senso delle auto. E' importante. Mai correre a favore di traffico, soprattutto nelle zone dove le macchine corrono più veloci, dove la carreggiata si stringe o dove possono esserci zone cieche. Vedere chi arriva in senso contrario è importante per poter essere pronti, nel caso, a spostarsi velocemente e non essere urtati o al peggio investiti. Lo prevede anche il codice della strada, sia ben chiaro. Ma la cosa non è nota a tutti. Non è stato semplice scegliere strade che permettessero di correre bene, anche perchè la prenza continua di automibilisti ha reso l'allenamento ben più stressante che correndo lungo l'argine del Naviglio. Continua attenzione a dove mettere i piedi e a quello che succede intorno. Sono partito da Gessate, attraversando la zona centrale d Bellinzago (dove in effetti avrei potuto allungare un po' di più il percorso passando in qualche via secondaria) e dirigendomi poi verso Masate lungo la strada provinciale, per poi fare ritorno sempre a Gessate ma dalla parte opposta.

Ho fatto fatica. Troppa per i miei gusti. E questo non me lo spiego. Non ho fatto nulla di particolare. Non è un percorso piattissimo, ma i falsipiani che si susseguono non sono sufficienti a spiegare le brutte sensazioni avute. Appena dopo la metà allenamento la spalla sinistra (alla quale non ho mai avuto problemi) ha cominciato a farmi male e contemporaneamente mi è comparsa una forta fitta-intercostale al petto sinistro. Situazione che mi sono portato dietro per qualche chilometro, prima di decidermi di fermarmi qualche secondo e capire cosa fosse. Poi così come è arrivata è sparita. Forse il freddo? Forse la corsa scomposta nonostante l'attenzione a dove ho corso? Non lo so. Ma è stato molto strano.

Come strana è stata ancora la fatica fatta questa mattina. Ho deciso di fare un breve lento di 8 Km per scaircare la corsa di ieri e non arrivare a-freddo a quella di domani. Ma non credevo che sarei stato ancora più sconvolo di ieri. Stesso giro ma ritorno veloce verso Gessate appena dopo il centro commerciale. Non mi è neanche sembrato facesse troppo freddo, eppure gli addominali mi hanno sempre dato fastidio e ho avuto un malessere che mi ha accompagnato per tutta la corsa nella zona di fegato e milza. Insomma, brutte sensazioni che non sono quelle che vorrei in questo momento. Questo è stato quello che più mi ha preoccupato. Vorrei solo correre senza problemi, spensierato, senza dover dare attenzione a tutti questi continui fastidi che mi assillano. La mente si stressa, il corpo fatica. Soprattutto ora che l'aumento dei chilometri è imminente e il ritorno ai lavori di potenziamento e velocità deve esserci. Ma non vedo alternative possibili.

Vedremo domani cosa succederà. Saremo a correre alla gara di Fubine, sulle colline del Monferrato. Per me saranno solo i primi venti chilometri (due giri) abbondanti in vista della maratona, per Chiara la prima corsa veloce. Dovrò vedere come reagiranno gambe e muscoli malandati a qualche chilometro in più. Sperando che le brutte sensazioni di questi ultimi giorni si sciolgano piano piano insieme alla neve.