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Quater pass inturen a Chignol (Chignolo d'Isola)

Appena tornato da quel di Chignolo. Doccia fatta e ora un'oretta di rilassamento. La giornata è stata buona, anche se la temperatura non è mai salita oltre i 2°C. Salita invece che non è di certo mancata. Ho fatto l'errore di non rileggere il resoconto dello scorso anno e in qualche punto sono rimasto risorpreso per la difficoltà del percorso. Oggi eravamo solo io e Massimo, ma l'evento della giornata è il ritorno di Sara alle corse domenicali, cosa in realtà già successa anche due settimane fa a Bergamo. Siamo partiti abbastanza presto, anche se al ritrovo la maggior parte della gente prsente era già per strada da un bel po'. Ma si sa, nella bergamasca è sempre così.

Siamo partiti con un buon passo, intorno ai 4' 30", dato che per i primi dieci chilometri la strada era completamente piatta. Non molto bello come paesaggio a dire il vero, passando tra zone industriali e campagne. Appena prima del bivio tra i 20 e 25 Km superiamo quelli del nostro gruppo che erano davanti a noi di qualche decina di minuti. Siamo quasi a metà strada ma qui è cominciata la vera corsa. Il primo strappetto, impegnativo, è poco prima di Volpera, frazione di Mapello. Un piccolissimo paese, con vie strette e una salitella da togliere il fiato. Ci fermiamo qualche secondo al ristoro e poi riprendiamo. Inizia la scalata verso Sotto il Monte. Mi ricordavo la salita, ma non che fosse così lunga. Più di due chilometri. Vado al piccolo trotto seguito poco dietro da Massimo, reduce da una prova di cross solo ieri. Quando un altro runner mi passa come fosse in piano non mi lascio scappare l'occasione e mi accodo, provando a farmi tirare. Capisco subito che ha un altro passo in salita rispetto al mio, ma provo a resistere fin dove riesco. Rimango attaccato per più di un chilometro e mezzo, con lui che mi incita a non mollare. Quando però la fatica comincia ad essere troppa, visto che mancano ancora più di dieci chilometri all'arrivo, rallento leggermente. In cima alla salita, proprio a Sotto il Monte, aspetto che arrivi anche Massimo e mi godo il panorama sulla pianura padana. Una vista mozzafiato. Peccato che ci fosse la foschia. Risaliamo ancora qualche metro lungo la strada panoramica e, dopo essere scesi per qualche tratto, attraveriamo qualche chilometro di bosco. Mi ricordo abbastanza bene la strada e quando vedo la discesa cementata so che stiamo per ritornare in pianura. Anche la discesa, con una pendenza incredibile, aiuta ad appesantire le gambe. Ho un po' di risentimento al flessore e un leggero fastidio al ginocchio sinistro. Avendo anche usato le vecchie Asics con più di 800 Km nelle suole, anche la parte del mesopiede soffre un pochino. L'ultimo passaggio in campagna mi aiuta a far riposarele gambe, passando su un terreno morbido che le rilassa un po'. Mi accorgo di aver aumentato il passo, ma Massimo regge bene dietro. Pensavo di trovare il ristoro dove lo scorso anno l'ho visto come un'oasi nel deserto e invece non c'era. Il chilometro d'attesa prima di incontrarlo l'ho sofferto un po', avevo bisogno di acqua. Poi iniziamo la parte finale. Da tabella avrei gli ultimi chilometri da tirare a 4' 05", ritmo mezza. Lascio passare i tratti di passaggio sotto ai ponti e chiedo a Massimo se se la sente di provare ad aumentare. Parto quando mancano circa tre chilometri all'arrivo. Non so se il ritmo fosse esatto non avendo riferimenti, ma sento che le gambe girano più che bene. Fermo il cronometro, che non ho guardato praticamente per tutta la corsa, a 2h 00' 45". Pensavo meno e soprattutto credevo di aver fatto più del 2010. Invece con sorpresa mi accorgo di aver migliorato la corsa dello scorso anno di più di undici minuti. Non mi resta che godermi la domenica.