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Campionato Brianzolo di Cross (Briosco)

Non c'è niente da dire, il cross è il cross. Una gara devastante. Al limite. Sempre. Quando poi ci si mette anche il meteo diventa una sfida irrinunciabile. Non bastavano fango molle, pioggia e freddo. Ci è volita anche la neve, mentre la giornata già scendeva verso il tramonto. Neve in testa, neve sui campi, neve negli occhi. Ed è stata una sfida ancora più avvincente, strana. La traiettoria migliore coperta come da un velo bianco semi trasparente che ti nasconde i trabocchetti, i punti più fangosi e molli in curva, la strada da seguire, le buche, i piccoli fossi. Ma ancora più bella per un'occasione che non capiterà più molte altre volte.

Si ringraziano Podisti.net e Arturo Barbieri per la gentile concessione sull'utilizzo delle fotografie.

Già correre nell'ultima batteria è di per sè più faticoso. Il percorso viene devastato dalle centinaia di scarpe chiodate che scavano e ribaltano il terriccio dei campi. Quando poi piove, il fango diventa una sostanza molliccia simile al pongo, alla pasta di pane, allo slymer che si incolla come una ventosa attorno alle scarpe candide, lucide e pulite di ogni runner. Pioviggina appena quando arriviamo sul campo di gara. Iscrizioni e poi per Chiara (1° posto di categoria, ndr) inizia già il riscaldamento e la gara. Al suo arrivo mi cambio e mentre scaldo io i miei muscoli comincia a nevischiare. Cinque minuti. Poi il nevischio diventano grossi fiocchi gelati che si sciolgono al contatto con la mia testa rasata, si infilano in bocca e negli occhi come volessero loro fuggire dal freddo. La visuale è pessima, aggiunto alla foschia del quasi-tramonto. Il freddo e le previsioni hanno lasciato a casa un po' di gente. La batteria è un po' meno densa della gara a Cantù. Appena prima dello sparo riesco velocemente a salutare Rocco che mi chiama dalle retrovie. Poi è bagarre. Il rettilineo di partenza, seppur in salita, è lungo un centinaio di metri e più. Si arriva alla prima curva ad U ed è il caos totale, tra gomitate per prendere posizione e pestate di piedi. Riesco ad infilarmi all'interno passando quasi indenne. Alla successiva la situazione migliora leggermente, ma la condizione del terreno diventa davvero pessima, con una specie di sabbia-mobile estesa per qualche metro. Se capiti nella zona sbagliata rischi di lasciarci le scarpe. Ancora due curve e poi saliamo verso il salitino che porta nella seconda parte di percorso. Peccato che pioggia e passaggi hanno reso la collinetta, soprattutto nell'ultimo tratto in curva, come una specie di scivolo per bambini. Reminescenze del Nurburgring. Vedo cadere tre o quattro ragazzi davanti a me dato che neanche i chiodi riescono a fare presa in una situazione simile. Ricominciamo a zigzagare nel campo semicoltivato. Al primo chilometro il passo è buono, 3' 56". Mi piacerebbe mantenermi costante. La tattica, diversa dalla scorsa settimana, almeno inizialmente è andata bene. Facciamo l'andata e ritorno sul lungo rettilineo per poi prendere la ripida discesa che porta allo sprint finale. Ma mancano ancora due giri. Da capo. Solitamente il secondo è quello che soffro un po' di più, ma questa volta mi è sembrato meno pesante. Sarà la presenza del tifo a bordo pista o i continui cambi di direzione o la neve che rende tutto più magico. A proposito di neve, ad ogni giro il percorso diventa sempre più bianco. I fiocchi ghiacciati non si sciolgono una volta a terra e coprono tutto, nascondendo insidie e traiettorie. Il fango dieventa melmoso, in alcuni tratti alto fino alla caviglia. Nei due chilometri centrali infatti l'andatura diminuisce un po'. Mi concentro sulla postura (Massini docet) e sulla falcata. Riprendo costantemente il passo e recupero qualche posizione. Qualche giovinastro riesce anche a passarmi con un ritmo totalmente diverso dal mio. Alla terza discesa mi lancio però finalmente verso l'arrivo. Mi volto un attimo ed alle spalle non ho praticamente nessuno, ma tiro comunque la volata. 22' 19" il tempo finale, che viste le condizioni non è per nulla male, confrontato anche con quello della scorsa settimana su un percorso più veloce. Il gps dice 5,550 Km, l'organizzazione dice 300 m in più. La cosa cambia di parecchio il risultato, ma in effetti guardando il tracciato del Garmin, su alcune curve la traiettoria è stata di parecchio tagliata. Ma la cosa che più mi soddisfa è aver fatto circa lo stesso tempo dello scorso anno quando però le condizioni erano tutt'altre. Va bene così. Adesso rimane da abbattere anche quest'anno il muro dei 22'.