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Staffetta 12 x ½ Ora (Treviglio)

Doveva essere una week-end di pioggia, temperature basse e temporali a non finire. Mi sono roganizzato nel migliore dei modi per correre al meglio sia sabato che domenica a distanza di poche ore. Scarpe differenti per partire con i piedi asciutti, vestiti differenti per la gara veloce e la lenta, tempi e ritmi. Quando poi sono arrivato alla pista di atletica di Treviglio ieri pomeriggio, un'ora prima del via il termomero segna 30°C. Il cielo terso e azzurro. Il sole limpido. Di nuvole nemmeno l'ombra. Un caldo quasi insopportabile. Fortunatamente mi sono attrezzato con pantaloni corti, canottiera ufficiale, occhiali e (il più importante) cappellino. Anche se la presenza sia di squadre (13) che di spettatori (pochi) non è molta, si respira aria di sport appena varcato il cancello di accesso. Lungo la pista sono disseminati i gazebo di ogni squadra con tanto di nome, tavoli, sedie e ombra. I primi frazionisti sono già partiti e arrivati. Franco, il migliore dei nostri, ha fatto un grandissimo secondo posto portandoci subito in alto. Certo non siamo lì per vincere, ma solo per esserci e vivere sei ore di sport di squadra. Strano per dei runners. Ma la corsa è anche questo.

L'organizzazione è ottima. Postazione cronometrica di fronte al cambio corridore con tanto di chip e griglia di ingresso. Il lavoro di ognuno è quello di compiere il maggior numero di giri e di metri nei propri 30'. L'ostacolo più grosso è il clima, veramente caldo e afoso. Due volontari-organizzatori sono posizionati per tutto il tempo di gara con spugne da passare ad ogni giro ad ogni runner che passi. Noi siamo reduci dalla pizzata-sociale della sera prima, ma è bello vedere lo spirito di squadra che ci unisce, anche se alcuni di noi si vedono e incontrano solo per la prima volta. I nostri avversari sono di ogni genere: dai velocisti arrivati per vincere, a chi come noi c'è per fare bene ma; dalle squadre completamente femminili a chi si diletta nella corsa come gli arbitri di calcio. Poco prima del mio via alle 16.30 mi scaldo qualche minuto lungo la pista e poi mi piazzo in griglia. Osservo i miei avversari e, ad occhio, credo di poter dire la mia. L'obiettivo è di fare tra i 7 e gli 8 Km totali, con velocità tra 1' 30" e 1' 35" al giro. Ma l'incognita maggiore è il caldo, neanche presa in considerazione il giorno prima. Al cambio staffettista parto tra i primi. Cerco di non farmi prendere subito dalla frenesia e di controllare la corsa, ma nonostante i tempi rispecchino appieno le mie previsioni parto comunque troppo forte per la giornata calda che c'è. Correre con 15° e con 30° non è la stessa cosa. Dopo i primi quattro giri a buon passo comincio a subire il passo e il caldo. Già correre a metà pomeriggio non è cosa abituale e infatti il fegato si lamenta. Al primo terzo di corsa comincio ad avere i primi dubbi sulla riuscita della gara. A quasi ogni giro prendo la spugna per bagnare la testa coperta previdentemente dal cappellino girato al contrario. Provo anche a bere qualche sorso d'acqua, ma la velocità di corsa e il respiro troppo veloce mi fanno desistere. Con i miei avversari non c'è quasi storia. Li doppio praticamente tutti anche più di una volta tranne l'unico che a fine frazione riuscirà a compiere un giro in più di me. La sequenza dei miei passaggi chiarifica la situazione fisica e mentale in cui mi sono trovato: 1' 30", 1' 32", 1' 31", 1' 30", 1' 31", 1' 31", 1' 32", 1' 34", 1' 35", 1' 37", 1' 37", 1' 36", 1' 38", 1' 38", 1' 39", 1' 39", 1' 38", 1' 37", 1' 37". La sofferenza nella seconda parte di gara è stata alta, anche se per solo quindici minuti, ma correre in tondo per 400 m e non essere abituato a farlo non è così semplice. All'ultimo giro potrei spingere un po' più forte e compiere un giro in più passando prima dello scadere dei 30', ma la testa mi dice di rallentare leggermente e dare il cambio al mio compagno. Mi fermo, stremato, dopo 30' 02", 19 giri totali e 7,6 Km (secondo risultato di squadra). Al di là della prova personale è stato bello correre insieme (ottava posizione assoluta di squadra). Mi sarebbe piaciuto vivere tutte le sei ore insieme, sul campo, incitandoci l'uno con l'altro per vivere un intero pomeriggio di sport. Magari sarà per l'anno prossimo, o magari per una ventiquattro-ore.