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Brianza Double Classic (Besana Brianza)

Una corsa diversa dalle solite, anche se poi correre è sempre correre. Un percorso tanto bello quanto duro. Come tutti quelli in Brianza. Besana è appena dopo Monticello ed i sali-scendi sono più che semplici salitelle. La caratteristica della Brianza Double Classic, come dice il nome, è che si tratta di una corsa a coppie a cronometro. Iscrizioni a numero chiuso (180 coppie) e partenza (a sorteggio, ma scalando dai più lenti ai più veloci) ogni 15". Come una vera corsa a cronometro, senza la ressa iniziale, senza riferimenti di sorta sugli altri corridori. La giornata è fresca, grazie alla pioggia della sera prima, appena 13°C quando partiamo da casa. Sono con mio Zio anche se il mio compagno sarà invece poi Vito, mentre lui correrà insieme a Marco. Il cielo è terso e limpido e man mano che il sole sale, anche la temperatura si adegua. Alla partenza mi guardo un po' intorno e comincio a riconoscere qualche faccia ormai nota. Si respira aria di gara. Entriamo nel campo di atletica per riscaldamento e punzonatura e partiamo per 150esimi. Zio e Marco sono cinque minuti avanti a noi.

Pronti-via ed è subito salita. Io e Vito abbiamo praticamente lo stesso passo, ma abitudini diverse: lui parte sempre forte, io solitamente sono più controllato. E' subito lui davanti e mi tira, mentre cerco sempre di controllare il passo e non esagerare troppo. Il continuo sali-scendi delle colline non aiuta certo a capire quale sia la velocità di corsa, ma dopo i primi intermedi siamo regolarissimi sui 4' al chilometro. Già al secondo chilometro veniamo superati dale due coppie che sono partite poco dietro di noi. C'è da dire a nostra difesa che siamo all'esordio e non conosciamo molto il percorso, quindi anche un po' incerti sullo spingere troppo. Ma questi hanno veramente un altro passo. Noi rimaniamo costanti e infiliamo un'impressionante sequenza di intermedi regolari, che siano in discesa o in salita. E' quasi impossibile trovare tratti di piano lunghi più di qualche centinaio di metri. Vito sembra andare tranquillo, mentre io accuso un po' la fatica ma resisto. L'importante è essere pronti quando sarà il mio turno. Il paesaggio si alterna tra boschetti, campi e piccoli paesi. L'organizzazione è praticamente perfetta, ad ogni incrocio, ad ogni svolta pericolosa, lungo tutti i 18,3 Km. Quando ci avviciniamo a metà gara, come spesso mi succede, la fatica comincia a svanire e le gambe a girare più che bene. Dopo una lunghissima discesa passiamo il decimo chilometro in 39' 42". Da qualche minuto abbiamo Zio e Marco nel mirino poco più avanti di noi. Abbiamo già ripreso qualche coppia che ci precedeva, ma in questa fase ne superiamo veramente tante e quasi tutte raggruppate in pochi metri. La salita di Canonica segna però le gambe. Lunga e con pendenza alta. Anche vito comincia ad essere stanco. Per un buon tratto procediamo alla pari. Superiamo zio e Marco e ci prendiamo un buon margine fino a quando non arriviamo al quattordicesimo chilometro ancora in media perfetta. Negli ultimi quattro perdiamo un po' di margine. Rallentiamo leggermente mentre provo a dare un po' più di ritmo. Salite e discese continuano ad alternarsi fino a quando non ritorniamo a Besana, dove incontriamo l'ultimo salitone proprio a due chilometri dall'arrivo. Vito cede leggermente, cerco di rimanere costante per arrivare fino al cartello dell'ultimo chilometro, il cartello che rida energie sconosciute. Dopo mill emetri di salita scolliniamo ed è quasi tutta discesa fino all'arrivo. Più ci avviciniamo alla fine e più il ritmo aumenta. Quando entriamo sulla pista di atletica tentiamo lo sprint finale sulla coppia che ci precede (anche se cronometricamente sono già dietro a noi) di qualche decina di metri e li riprendiamo proprio sul traguardo. Il bip cronometrico segna 1h 15' 58" (38° posto) che, nonostante le salite, per me significa nuovo personale sulla distanza (con anche 270 metri in più). Dopo qualche minuto ci raggiungono anche Marco e Zio, stravolti quanto noi. Un'esperienza nuova, diversa, ma come tutte da provare. Volevo fortemente stare sotto l'ora e sedici e anche se per qualche secondo ce l'abbiamo fatta.