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Fontanelle

Invidia per chi riesce ad alzarsi e ad uscire a correre. Io ho bisogno dei miei tempi tecnici. Un conto è andare ad una gara o ad una tapasciata. Ci solo l'alzata, la colazione leggera, il viaggio, il tempo per far rendere conto al corpo di esistere. Un conto è alzarsi, cambiarsi, a digiuno, ed uscire a correre. Troppo per me. Evidentemente sono più un animale notturno, serale. O forse è solo questione di abitudine. Che al momento non ho. E me ne sono accorto subito dai primi passi fuori casa. Gambe impiantate, muscoli rigidi nonostante gli esercizi di riscaldamento, fatica a prendere il ritmo. Poi mettici la stanchezza, dopo il buono ma faticoso allenamento di venerdì, e il sole spuntato di lì a poco. Premesse che non fanno presumere nulla di buono. Anche se alla fine l'allenamento l'ho portato a casa tra fatica e litri di sudore.

Fortunatamente Fulvio prevede anche il futuro e il progressivo di oggi iniziava con sei chilometri a ritmo lento. Ho quasi fatto fatica a mantenere quello. E infatti credevo che non sarei riuscito minimamente ad allungare il passo più avanti. Quasi ad Inzago, dopo poco più di tre chilometri ho addirittura pensato di invertire la rotta e ritornare subito verso casa e rimandare tutto al tardo pomeriggio. Troppa fatica. Invece al primo cambio di velocità i muscoli hanno dato sostegno al passo. Non istantaneamente, ma hanno reagito. Ho provato un chilometro, poi due, poi tre fino a raggiungere il giro di boa dei 18 Km totali previsti. In realtà non sono subito ritornato verso casa, ma ho allungato ancora qualche centinaio di metri quasi fino alla fine della ciclabile asfaltata a Groppello dove sapevo esserci la fontanella. Con i chilometri è aumentato anche il caldo, fuoriuscito non appena il sole ha fatto capolino tra le sottili nuvole della foschia mattutina. L'alzaia era in festa come nelle migliori domeniche estive. Davvero tanta gente, di ogni tipo.

Ho bevuto e mi sono rinfrescato la testa provando a riprendere subito il ritmo che avevo lasciato. Un po' di fatica iniziale ma poi le gambe hanno cominciato a girare fin troppo forti, aiutate dalla leggera salita trasformata in discesa nel percorso di ritorno. I chilometri di progressivo si sono evoluti con la corsa. Ho pensato ad andare più a sensazione che a tabella, cercando di sfruttare le caratteristiche della ciclabile e le forze residue. E l'allenamento si è trasformato in una prova a tappe, da fontanella a fontanella. Controproducente per le gambe, ma necessaria per il fisico. Agosto, caldo o mite che sia, è sempre agosto. Ripartire a buon ritmo è il momento più difficile. Le gambe sono diventate pesanti e rigide di chilometro in chilometro. La macchia di sudore che ha inzuppato canotta e pantaloncini si è allargata a vista d'occhio. E anche la mia smorfia da sforzo non dev'essere stata delle migliori.

Arrivato all'ultima sosta a poco meno di due chilometri da casa ho volutamente defaticato fino alla fine. Ne sentivo il bisogno. Qualche piccola fitta al flessore e un po' di fastidio ai polpacci. Dopotutto non è che stia battendo la fiacca ultimamente e meglio ascoltare i suggerimenti del corpo ogni tanto. Per cui 1h 16' 19" che spero possa dare ugualmente i suoi frutti nonostante abbia leggermente modificato le tempistiche strada facendo. Se devo essere sincero la fatica è stata tanta.