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Spire 3, Sensation 3 e Spinject: una 361° per tutti i gusti

Torniamo a parlare di 361°. Dopo averci corso per tutta la primavera-estate è arrivato il momento di raccontare quello che abbiamo fatto. Tre modell, Spire 3, Sensation 3, Spinject, tre modi differenti di rapportarsi alla corsa. Non solo inseguendo i propri obiettivi, ma scegliendo soprattutto la scarpa giusta per il proprio piede. 

Di 361° (361 degrees, letteralmente, o tre-sei-uno, per noi) avevo già detto a suo tempo. Un marchio globale, nato in Cina ma che sta sviluppando strategie, prodotti, marketing in diverse parti del mondo. Pur essendo una casa ancora relativamente nuova e sconosciuta al pubblico meno attento, deriva parte della sue esperienza da aziende leader del settore, regalandoci prodotti che nulla hanno da invidiare ad aziende ben più rinomate. Anzi. 

Ho già parlato in passato di Sensation 2, Meraki e Stratomic. Scarpe ben diverse tra loro, ma con le quali non ho mai avuto problemi né di adattamento alla diversa tipologia di appoggio né al diverso approccio alla corsa. Oggi tocca invece alle ultime tre arrivate: Spire 3, Sensation 3 Spinject.

Premessa

Preciso che questa non vuole essere una mera copiatura della scheda tecnica di ogni singolo modello come se ne trovano in molti altri siti, né tantomeno un documento esplicativo di tutte le loro caratteristiche, ma un articolo in cui raccontare (come sempre) la mia personale esperienza e analizzare le principali sensazioni, criticità e novità delle scarpe che utilizzo quotidianamente durante tutti i miei allenamenti.

Correre con 361° mi piace. Parere personale ma sincero. Come tipologia di calzata, protezione, spinta, ammortizzazione sono paragonabili (e sicuramente non da meno) a molti modelli comunemente conosciuti, più diffusi e utilizzati dal grande pubblico. Versatili, decisamente duraturi e con una linea fortemente personalizzata. Tre modelli che ho utilizzato alternativamente, tra allenamenti di scarico, qualità e variazioni di ritmo. Tre scarpe che hanno risposto in maniera differente e che si sono sempre comportate come mi sarei aspettato. O quasi. 

Spire 3, una lieta sorpresa

Tra le tre, la Spire 3 è la scarpa con la quale mi sono trovato meglio. Forse anche per il periodo di recupero (fisico) che ho dovuto affrontare, è quella che maggiormente mi ha fatto sentire più sicuro e tranquillo ad ogni passo. Ben ammortizzata grazie alla tecnologia brevettata Quikfoam che si estende dal tallone fin sull’avampiede, garantendo un morbido appoggio ad ogni passo, il piede viene quasi coccolato, cullato e accompagnato nella corsa senza perdere flessibilità. Grande confort, grazie anche alla pianta larga, forse un po’ a discapito della reattività. Ma non è quello che le Spire 3 promettono. All’interno della suola è comunque inserita una piastra stabilizzatrice in carbonio per dare più struttura alla scarpa e regolare la torsione del mesopiede.

La linea è decisamente piacevole, con una tomaia in mesh senza cuciture, dotata di una maglia sintetica con rinforzi interni e una struttura che avvolge completamente il piede per ridurne i movimenti indesiderati e una linguetta imbottita per aumentare il confort e prevenire le irritazioni al collo del piede. Il drop è di 9 mm e il peso (295 gr per uomo e 241 gr nel modello da donna) è decisamente più alto di quello percepito calzandole. 

Una scarpa neutra, nella più classica delle sue concezioni, che si adatta a qualsiasi tipo di runner, perfetta per ritmi medio-lenti e per correre tanti chilometri. Nel mio ritorno agli allenamenti post-infortunio, un modello che si è prestato in modo perfetto alle mie esigenze, regalandomi quella sicurezza in più di cui avevo bisogno. Prezzo di listino 159,90€.


Le nuove 361° Sensation 3 (1), Spire 3 (2 e 4) e Spinject (3 e 4).

Sensation 3, un’evoluzione continua

Se la Sensation 2 mi aveva a suo tempo fatto un buona impressione, la Sensation 3 mi ha decisamente stupito. Una scarpa totalmente ristrutturata e svecchiata. Ma mantenendo ciò che di buono era già stato fatto. 

La principale differenza tra i due modelli è nell’inserto di stabilità che si trova nell’intersuola. Mentre nelle Sensation 2 il supporto era di tipo plastico, nelle Sensation 3 l’inserto è composto da EVA a diversa densità (55 per la suola e 65 per l’inserto). Caratteristica che rende questa scarpa leggermente più stabile rispetto alla Spire 3, perdendo parte dell’ammonizzazione nella zona posteriore, ma guadagnando in protezione. 

Calzata, comodità, ammortizzazione, linea, linguetta, lacci sono in tutto e per tutto simili alla sorella neutra, andando ad esaltare le caratteristiche di classicità e naturalezza della Sensation 2. Solo la tomaia è composta da una rete a maglie più larghe, che la rendono più morbida traspirante. 

Come la Spire 3 le ho provate in ogni tipo di allenamento e su diversi tipi di terreno (asfalto, ciottolato, sentiero, sterrato, linoleum) e le loro prerogative sono sempre la grande comodità e la leggerezza. Il drop è ancora di 9 mm ma il peso è decisamente calato (solo 278 gr nel modello da uomo - contro i 326 gr delle Sensation 2 - e 234 gr per quello da donna).

Anche questa una scarpa dedicata ad ogni tipo di runner, ma che strizza un occhio a chi ha qualche chilo in più (e non strettamente pensata solo per chi ha “problemi" di pronazione). Considerandola anche una scarpa per chi vuole macinare chilometri, l’unica nota stonata è stato il leggero cedimento posteriore-interno che ho avuto dopo i primi trecento chilometri. Ma fattore che non ha comunque inciso sul loro utilizzo. Prezzo di listino 134,99 €.

Spinject, il mistero

La Spinject è il modello di 361° che ho fatto più fatica a capire. Una scarpa reattiva per provare per la prima volta l’ebbrezza della velocità o un modello universale per chi vuole tutto dalla stessa scarpa? Sinceramente questo ancora non mi è chiaro...

Rispetto alle sorelle Spire 3 e Sensation 3, la Spinject è una scarpa che garantisce un’esperienza di corsa decisamente differente. Più secca e rigida nella zona posteriore e più ammortizzata in quella anteriore. Quasi a voler spingere chi le utilizza a spostare il proprio peso in avanti, per supportare movimento del piede, rendendolo più naturale e bilanciato, sfruttando l'avampiede e non la più semplice e tradizionale rullata, aumentando trazione e accelerazione. Ma allo stesso tempo le ho trovate anche molto più leggere (nonostante il peso, 278 gr, sia lo stesso delle Sensation 3) e meno strutturate. Il drop è leggermente più basso (8 mm) sempre a rinforzare l’idea di maggiore velocità, senza rinunciare ad un minimo confort.

La linea e i disegni rendono facilmente riconoscibile il brand 361° con il classico 3 laterale. La tomaia è sempre in mesh senza cuciture con rinforzi interni che garantiscono la stabilità del piede, con la struttura interna che lo avvolge e la linguetta imbottita a proteggere e accarezzarne la parte superiore. 

Le ho provate in varie occasioni, dal lento rigenerante allo scarico, dalle variazioni di velocità agli allenamenti più di qualità. Non ho trovato una loro collocazione precisa, sentendole un po’ troppo secche per le sedute più lente e lunghe e troppo poco reattive per quelle di qualità. Sicuramente un modello fuori da ogni standard, adatto probabilmente a chi inizia ad avvicinarsi ai primi allenamenti di velocità ed ha bisogno di essere accompagnato da una scarpa più protettiva e da utilizzare in più occasioni. Prezzo di listino 119,99 €.