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Allenamento alla Bavisela (Trieste)

La mia rivincita me la sono presa. E non tanto per un tempo finale migliore, ma per essermi riuscito a godere fino in fondo una corsa che lo scorso anno era stata una sofferenza. Probabilmente anche sapere di dovere svolgere solo un allenamento ha fatto la sua parte. Ma quando dopo un quarto d'ora di corsa mi sono reso conto di essere a picco sul mare lungo la costiera che porta a Trieste con l'acqua calma e l'odore di salsedine che risaliva la costa, la giornata ha preso tutta un'altra piega. Nei rari iniziali tratti in cui l'acqua blu si intravedeva mi sono goduto lo spettacolo. Mare calmo, nessun segno di bora, sole a tratti. Chi non sarebbe voluto stare al mio posto. Non so quanti di quelli che mi circondavano se ne siano resi conto. Di sicuro essere lì in quel momento, con la sola preoccupazione di portare a casa un po' di chilometri a buon ritmo senza dovermi preoccupare del tempo finale è stato un vantaggio. Uno stato mentale pronto a raccogliere tutto quello che la giornata ci ha regalato. Momenti e sensazioni da rispolverare quando sarà la fatica a voler prendere il sopravvento.

Si ringraziano La Bavisela per la gentile concessione sull'utilizzo delle fotografie.

Quello che oggi non mi sarei aspettato era trovare qualche amico di Corro Ergo Sum anche alla partenza della Bavisela Coop Gran Duino Half Marathon. E invece poco prima del via, nonostante la divisa di gara non-ufficiale, dopo aver salutato il Pitt ho conosciuto un altro di voi. Piccole occasioni che rallegrano la (mia) giornata. L'occasione della mezza maratona di Trieste l'abbiamo sfruttata al meglio, sia io che Chiara, senza prendervi in realtà veramente parte. Lei accompagnando suo papà nella seconda parte della maratona (primo di categoria, nda), io come allenamento medio di ripetute lunghe. Onde evitare di rientrare in qualche classifica ci siamo portati avanti di qualche chilometro, quasi alla fine della salita iniziale, per prendere il nostro via. Passata la carovana dei primi con Scaini, Incerti e gli amici Gianmarco e Simone ho iniziato il mio riscaldamento. La parte iniziale di gara è stata l'unica parte di tracciato diversa da quella dello scorso anno. Lunga salita fino all'imbocco dell'autostrada, un chilometro in contromano e ritorno sulla parte di discesa della costiera in direzione Trieste. Maratoneti pochi prima della nostra partenza. In pratica ho iniziato a correre dal terzo chilometro. Ho preso la salita con la dovuta calma non dovendomi preoccupare di ritmo e posizioni. Allo scoccare del mio secondo chilometro ho iniziato con le ripetute: 1x5000 a 3' 50" + 1x3000 a 3' 45" + 1x2000 a 3' 40". Decisamente meglio correrle in gara che lungo una tapasciata o da solo in un qualsiasi allenamento.

Nonostante la mancanza di tensione per la gara in sè, correre al fianco di chi sta correndo davvero fa andare le gambe più veloci. Inevitabile. Il ritmo degli altri aiuta. E vedere la freschezza del proprio passo rispetto a molti che si superano è un'ulteriore spinta. Mi sono sentito bene. Soprattutto nella prima parte di allenamento il ritmo è venuto natuale, nonostante sia passata una sola settimana dalla mezza e di mezzo di ci sia stato un allenamento di ripetute non troppo leggero. Cinquemila passati in un attimo, con le gambe tenute un po' a freno per mantenere un po' di forze per le serie successive. Mi sono chiesto spesso cosa pensassero quelli che mi vedevano lungo il percorso passargli al fianco. Prima li ho sfilati con un ritmo decisamente superiore, poi a loro volta mi hanno risuperato nel momento in cui io sono passato alla fase di recupero. E poi di nuovo avanti per un secondo allungo. Ma le gambe stavano proprio bene. Credo che avrei potuto correre facilmente anche tutta la gara a buon ritmo. Chissà come sarebbe andata se invece di scegliere Padova avessi optato per Trieste.

Le gallerie che lo scorso anno erano state estremamente ostiche questa volta sono passate inermi. L'ombra in alcuni tratti è stata un'ottima alleata. Il sole quando è uscito si è fatto subito sentire. I secondi tremila non mi hanno dato a loro volta grossi problemi. Ritmo leggermente più alto dei precedenti, ma sempre sotto controllo. La parte che più mi spavenatava era il finale, più per la stanchezza delle gambe che per il ritmo in sè. Ed infatti, appena arrivati in zona Barcola, ho iniziato l'ultima parte di allenamento. Il tratto più pesante l'ho incontrato nel finale di discesa e nell'inizio della parte di piano. Le gambe abituate ad un ritmo facilitato, si sono quasi bloccate non avendo più la spinta naturale della strada. Ma è durato per poco. Una volta trovato il ritmo mi sono fatto trascinare dai continui incitamente dal popolo arancio della Bavisela Family che sfilava al nostro fianco in un continuo lungo e costante applauso.

Ultimo strappo per fermarmi a 13,3 Km in 51' 20", a circa cinque chilometri dal traguardo. Ma non ho avuto poi altra scelta che proseguire sino a fine gara, attaccando al finale di allenamento un lento di scarico. Fortunatamente avevo già finito il mio dovere giornaliero quando la bora ha deciso di farsi sentire leggera proprio nel tratto finale di percorso dietro al porto vecchio. Vento fastidioso, non fortissimo, ma che ha un po' sorpreso tutti quanti erano ormai allo stremo delle forze a fine gara. Io ormai avevo già dato, godendomi tutto quello che la giornata mi ha regalato.