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Ripetute 2x2000 3' 40" rec. 2'

Un giorno non vale l'altro. Ne è bastato uno per ricaricare le batterie, svuotare la mente e scaldare le gambe per ritrovare la giusta marcia. Ne ero quasi certo. E' sufficiente ascoltarsi. Sbagliare serve per imparare. Migliorare. Oggi è stato il giorno giusto per riprovarci, dopo aver dato il dovuto riposo a gambe e testa. Tutto parte da un'idea, che poi si trasforma e diventano piccoli passi lungo la strada.

Ho un po' stravolto gli ultimi giorni della tabella del prof. Massini. Settimane caotiche che sapevo non avrei seguito alla lettera. Avrei dovuto scaricare questa settimana in vista di una possibile gara nel week-end. Se ci sarà (forse un diecimila sabato) la farò comunque, ma senza nessuna pretesa di risultati eclatanti. Intanto, invece di scaricare in vista della competizione, ho preferito ributtarmi sui lavori andati male la scorsa settimana e quindi di ripetere, nel modo migliore, gli allenamenti persi o non andati come speravo. Anche perchè gli ultimi giorni di scarico e di riposo in più credo possano avermi dato quella spinta che ancora non riuscivo ad avere.

Sono ripartito con tranquillità, puntando più sulla qualità che sulla quantità, cercando di capire già dai primi chilometri di riscaldamento quanto e cosa provare. Alla fine ho optato per un saggio 2x2000 (invece di 3x) fatto bene. La tabella diceva 3' 40" e ci ho provato. Avendo corso venerdì sera il miglio a 3' 20", un ritmo più che accettabile. Che non vuol dire facile. La giornata è stata un po' più calda delle ultime, anche col sole velato da un po' di umida foschia. Ma bene vengano le temperature di questi giorni. Sono tornato sul Naviglio, ormai destinato per lo più agli allenamenti di qualità, almeno sulle distanze più lunghe. Poca gente e strada libera. Ho sentito bene la spinta, ho controllato le sensazioni, cercando di capire fin dove avrei potuto spingere. E due chilometri mi sono sembrati alla portata. Ma la prova del nove l'ho avuta solamente al primo intermedio, 3' 40" spaccato

Il difficile è venuto dopo. Il primo allungo è sempre quello più critico. Partendo troppo forte si rischia di bruciarsi nella seconda parte, partendo troppo piano ci si può giocare la media. Per cui ho semplicemente provato a mantenere il passo, anche se le gambe si sono subito dimostrate meno allenate di quanto pensassi. Ma proseguendo cento metri alla volta e cambiando il seguente obiettivo visivo strada facendo ho chiuso la prima parte a ritmo perfetto. Il difficile è venuto poi dopo.

Non credevo che avrei fatto tanta fatica a dosare la spinta ripartendo dopo i due minuti di pausa. Muscoli caldi e cardio rientarto pienamente nei parametri di riposo. Ma la prima parte è stata compeltamente sbagliata. Avere le gambe sciolte mi ha fatto spingere inizialmente a ritmi da ripetute brevi e al primo intermedio ho avuto la quasi certezza di non riuscire ad andare oltre. Con la consapevolezza (sbagliata) di non avere più ritmo. Ma il 3' 32" sul cronometro mi ha fatto capire che le sensazioni fisiche e mentali rispecchiavano esattamente il ritmo troppo alto. Ho quindi solo pensato a tenere duro fino alla fine degli ultimi mille metri, cercando di essere sempre in spinta nonostante le energie bruciate ad inizio ripetuta. Quando il gps è ri-suonato mi è sembrato di rinascere, anche se con 4" in più del dovuto, ma una media finale di 3' 38". Obiettivo raggiunto.

Quello che mi serviva. La consapevolezza che piano piano la forma sta ritornando. Ci vorrà tempo e ci vorranno tanto lavoro, costanza e fatica. Ma almeno so quale sia la direzione da seguire. Gli obiettivi cronometrici sono lontani, dopo il caldo dell'estate. Adesso l'importante è ricostruire tutto.