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L'altalena del runner

Correre è già un regalo. Ma non è facile farlo quando le condizioni non sono al top. E' difficile sapersi dosare, riuscire a rimanere lucidi e capire la situazione fisica e mentale giorno per giorno, essere in grado di programmarsi. Quando sembra che il peggio sia alle spalle, il giorno successivo ci si sente con le gambe di legno. E c'è solo un modo per poterne uscire. Calma e allenamento.

Lasciate alle spalle le ultime settimane decisamente troppo cariche di impegni e novità è anche il momento di provare a ritornare in forma. Attivi. Pronti. Davanti c'è tutta l'estate che, pur col suo carico di caldo e afa, è anche il momento migliore per riprogrammarsi e migliorare poco alla volta senza avere troppa fretta. Praticamente da dopo la Maratona di Milano è stato un susseguirsi di eventi che mi hanno portato a perdere tutto quello che di buono avevo fatto in vista proprio dei quarantude chilometri. Ed è stato un peccato non riuscire a sfruttare i mesi di allenamento per portare a casa qualche buon risultato e cercare di migliorare ulteriormente. Da un altro punto di vista invece è stato un bene. Con i muscoli che hanno avuto il loro periodo di riposo e recupero e la voglia di ricominciare che aumenta sempre di più ogni giorno che passa. Più difficile conviverci.

Non sto praticamente facendo più lavori di qualità, ma mi sto accontentando di uscire di volta in volta cercando di capire cosa posso permettermi di fare. Anche perchè in certi giorni è difficile sapere se e quando riuscirò a correre. C'è il giorno in cui le forze sono presenti in massa, ma c'è anche quello in cui mi sembra di essere appena stato tritato da uno schiacciasassi. Sicuramente le poche ore di riposo notturne e gli impengi lavorativi che si accavallano non mi stanno aiutando. Ma passerà anche questo momento. Questa settimana ne è l'esempio lampante. Tre uscite, tre allenamenti opposti.

Dopo il diecimila alla Corsa delle Cascine di venerdì sera l'uscita di domenica in tarda mattinata è stato un vero massacro. Gambe pesanti, stanchezza che ha comandato su tutto. Ed ho semplicemente optato per un lento di scarico e defaticamento, anche per non peggiorare la piccola infiammazione al tensore dell'alluce della gamba sinistra che mi aveva dato fastidio negli ultimi chilometri in gara. Sensazioni opposte invece nell'uscita di giovedì in pausa pranzo, dopo la staffetta sul miglio di martedì sera. Gambe rinvigorite e voglia di correre allo sfinimento. Così non mi sono risparmiato, improvvisando un progressivo a sensazione sempre nelle campagne intorno a Gessate. Uno di quegli allenamenti che ridà fiducia e che ti mette in pace con te stesso e il mondo. Per contro ieri, nuova avventura. Nuova uscita e sentore di stanchezza ma con le gambe un po' più leggere che mi hanno permesso di seguire un ritmo tranquillo, sempre a sensazione, senza necessariamente dover cercare qualcosa in più. Momenti che vanno gestiti. Vissuti imparando ad ascoltare quello di cui il fisico e la testa hanno bisogno.

E proprio nell'allenamento di ieri sera, tornando lungo il Naviglio dopo qualche giorno di assenza, ho fatto uno di quelle scoperte che non mi sarei mai aspettato. Maggio e giugno sono i mesi in cui il mondo del podismo aggiunge ogni anno nuovi runners alle proprie fila. Ma non mi sarei mai aspettato di incrociare così tante donne lungo l'alzaia. Più della metà dei runners che ho incrociato nel tratto di andata sulla ciclabile erano donne. Non ne avevo mai viste così tante, soprattutto negli orari in tarda serata. Tutte sole, tutte immancabilmente (purtroppo) avvolte in divise fin troppo lunghe e pesanti per il periodo. Ma tutte di corsa. Per un attimo ho rivissuto le prime uscite negli USA, in cui ero rimasto strabigliato da quante ragazze praticassero la corsa.

Dalle prossime settimane ho poi deciso di ricomiciare a fare un po' più sul serio. Anche perchè mettere ordine con la corsa può servirmi anche per riordinare ed organizzare tutto il resto. Idee e vita. In settimana mi vedrò con fido prof. Massini per parlare di Firenze Marathon e del nuovo challenge di Runner's World e con l'occasione inizieremo a programmare i prossimi mesi. Ho voglia di correre. Ho voglia di sentire il vento soffiare in faccia. Di avere un pettorale puntato sul petto e sognare l'arrivo di un altro guardo.