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Ripetute 2x4000 3' 50" rec. 1x4000 4' 00"

Coppia che corre non si cambia. E i risultati si vedono. Abbiamo replicato la seduta della scorsa settimana sullo stesso percorso (solo un po' più corto) ma con qualche variante. Un mix tra ripetute e un medio a ritmo sostenuto. E ne è uscito un signor allenamento. A dieci giorni dal via la gamba c'è. Quel che resta da limare sono i piccoli acciacchi residui della preparazione. E quel tibiale che non ne vuole sapere...

Ma non c'è altra soluzione che rimanere ottimisti e pensare, ora, a recuperare nel migliore dei modi. Calcolando che l'allenamento di oggi è arrivato a soli tre giorni dal lunghissimo di domenica (due per Franco che invece è sucito lunedì anche se per qualche chilometro in meno) non possimo che essere soddisfatti. Non è stato semplice, ma compagnia e clima hanno reso sicuramente le cose più facili. Se anche alla Maratona di Milano ci fosse una mattinata come quella di oggi sarebbe perfetto. Sole (caldo) ma aria fresca, che ci ha permesso di fare la prima uscita stagionale con una sola maglia a manica corta. Prima o poi bisogna iniziare ad abituarsi a correre un po' più leggeri.

Visti i ritmi da mantenere e considerato che la scorsa settimana il percorso lungo il Naviglio in direzione Milano ci ha portato bene (oltre ad essere un po' più regolare che in senso opposto) abbiamo ricalcato la stessa strada. Due chilometri di riscaldamento per arrivare lungo la ciclabile, un chilometro di lancio a ritmo più sostenuto e poi la prima serie veloce. Ho optato per le scarpe più leggere e morbide, le Nike Elite 8, anche per valutare la possibilità di usarle in gara. Ma soprattutto per cercare di dare un po' di respiro al tibiale ancora infiammato dopo i tanti chilometri di domenica. La facilità di passo con il poco tempo di recupero di questi giorni mi ha un po' stupito. Abbiamo corso bene, in parallelo, recuperando bene i piccoli dislivelli tra ponti e sottopassi allungando anche un po' nella parte finale.

Bene la parte iniziale. Sempre qualche secondo più veloci (3' 46", 3' 52", 3' 47", 3' 46") e accelerazione nella parte finale. Se la prima metà di allungo non l'ho sofferta troppo, la fatica è uscita strada facendo, ma in maniera del tutto sopportabile. Mi sono accorto (come detto poi a Franco nel ritorno verso casa) che ho sentito il gesto, la spinta, la biomeccanica di corsa, quasi naturale. Corsa facile, con tutta la fatica dovuta per il ritmo. Sensazione invece poi non riscontrata nei quattro successivi chilometri di recupero. Sempre che di recupero si possa parlare diminuendo il ritmo di solo 10". Ma è proprio questo quello a cui serve questo tipo di allenamento. Mantenere il cardio alto per tutto l'allenamento, aumentando la capacità di recuperare a ritmo gara. Non semplice, ma molto meglio di altre volte. Evidentemente il corpo si sta abituando sempre di più con l'avvicinarsi all'obiettivo finale. Riprendere nuovamente il ritmo più veloce non è stato semplice, ma in due tutto risulta più facile. 16 Km in 1h 04' 31" a 4' 02" di media, con riscaldamento e defaticamento, sono un buon allenamento.

Quello che mi ha preoccupato più di tutto (e che continua a farlo tutt'ora) è invece, nuovamente, il dolore al tibiale. Nel chilometro finale il fastidio è tornato e, complice la leggera salita e la spinta maggiore per finire l'allenamento in crescendo, si è riacutizzato. Dolore che non solo infastidisce la gamba, ma che col passare del tempo la rende più rigida nel movimento della caviglia (in spinta) e incide sull'assetto di corsa. La cosa strana è stata non averlo avuto per quasi tutta la seduta, ma averlo sentito ricomparire solo nella parte finale. Dieci giorni sono sufficienti per disinfiammare la gamba, ma la cosa che mi preoccupa è la possibile ricomparsa durante i quarantadue chilometri. Un conto è avere un fastidio nel finale di gara, un altro sarebbe averlo per molto più tempo unito alla fatica e sofferenza da mettere già in conto. Cosa che mi spaventa un po'. Sperando poi che le prossime sedute di scarico non vadano ad incidere negativamente sul recupero. Ma è inutile pensarci troppo già adesso.

Quello a cui non ho potuto fare a meno di pensare durante l'allenamento è stata invece la gara migliore corsa lo scorso anno proprio in preparazione della Milano Marathon. Quella Staffetta alla Unesco Cities Marathon corsa in coppia con Franco in cui avrei dovuto correre un allenamento speculare a quello di oggi. Otto i chilometri (sia in allungo che in recupero) invece di quattro, ma stessi ritmi e stessa tipologia di allenamento. Un anno fa era andata diversamente, alla grande. Sensazioni e reazioni fantastiche. Una corsa che farò davvero fatica a dimenticare. Ma sogni che si erano poi infranti al quarantunesimo chilometro di Milano. Questa volta le cose stanno andando diversamente. Speriamo anche il finale.