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45 giorni dopo

Tanto è passato dall'ultima corsa sul Naviglio. E in generale. Quello che non dovrebbe mai succedere. Ho provato a ritardare il più possibile la perdita di forma o almeno di rallentarla, prima con lo spinning per mantenere volume e fiato senza danneggiare il polpaccio infortunato, poi sciando. Ma non è servito molto. Anzi è successo un infortunio peggiore, più per sfortuna che altro. Non sarebbe cambiato molto a dire il vero, sarei ritornato in strada solo una decina di giorni prima. Non so se in una condizione migliore o peggiore, non so se con qualche strascico o meno. Ma con pazienza e riposo sembra che la ruota abbia ricominciato a girare. Piano. Ma a girare.

Non vedevo l'ora che arrivasse la pausa pranzo. Mi aspettavo una giornata coperta e grigia e invece quando sono uscito dallo spogliatoio ad aspettarmi c'era una fantastica giornata di sole. 10°C e caldo. La maglia a maniche lunghe e i pantaloni-trequarti avrei potuti anche lasciarli a casa oggi. Ma visto che non sapevo quanto e come avrei corso ho preferito non essere troppo leggero. I problemi che ho avuto alla fine sono stati tutti problemi muscolari, per cui meglio tenere tutto bene al caldo ed eventualmente soffrirne un po'. Tutti i soliti gesti che ormai da anni compio prima di ogni corsa mi sono sembrati strani, come quando si parte per un lungo viaggio e quando si ritorna a casa e ci si sente un po' estranei. Il gps ha preso subito il segnale come se non vedesse l'ora di ricominciare a macinare chilometri insieme. I primi passi sono stati strani. Come se avessi mille occhi tutti aperti insieme attenti a scoprire ogni piccolo allarma lanciato dal corpo. E ancora più mi ha sorpreso il fatto di essere molto più attento al polpacci piuttosto che alla schiena. Tutto bene. Forse solo un po' troppo teso. Solo 6 Km per iniziare. Non avrei voluto, ma quando ho guardato il cronometro dopo il primo chilometro il gps segnava 4' 53". Non mi sono abbattutto, sapevo sarebbe potuto succedere, ma fino all'ultimo ho sperato che i secondi fossero meno. Dopotutto non mi è sembrato di essere pesante o lento, anzi. Ma forse è stata più l'euforia del momento, la voglia accumulata in queste settimane a farmi sembrare più in forma di quello che in realtà sono. Poi uno alla volta ci sono stati un alternarsi di piccoli allarmi, prima al polpaccio, poi alla shiena, alla coscia, all'altra gamba, alla spalla. Probabilmente solo un aggiustamento in corsa dei muscoli ormai fermi da troppo tempo. Non ho spinto volontariamente, anche se non credo che le cose sarebbero potute migliorare di molto. Ma dopo il giro di boa, la fatica è cominciata ad affiorare. Sia di fiato che di gambe. Ho trotterellato ritornando verso il centro sportivo cercando di godermi quello che mi è mancato. Ho notato solo quasi all'arrivo che il Naviglio ha riavuto la sua acqua, come avevo inconsciamente sognato qualche giorno fa. 28' 34" come primo allenamento, molto più di quello che mi sarei aspettato. Non voglio sembrare abbattuto o pessimista. Anzi. Sono contento di come è andata. Aspettavo questo giorno da troppo tempo e finalmente è arrivato. Adesso rimane la parte più difficile, fare le cose con calma e pazienza senza voler bruciare le tappe. L'anno è appena iniziato e prima dell'estate mancano ancora sei mesi, tutto il tempo per ritornare in forma e migliorare. Ci sarà tempo per pensare alle gare. Adesso è il momento di abbassare la testa e pensare solo a stare bene.