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1.10

Uno-dieci. Uno come il primo giorno del mese. Uno come il primo giorno della settimana. Uno come il giorno di inizio. Dieci come il mese di ottobre. Dieci come i chilometri fatti questa sera. Dieci come il voto che do alla mia corsa. Aspettavo con ansia questo settembre pieno di impegni e corse, appuntamenti irrinunciabili che preparavo da mesi. Ma come nella migliore trama di un film drammatico tutto si è dissolto in fumo. E non credo sia una coincidenza che proprio il primo giorno di ripresa dell'attività coincida esattamente col primo giorno di ottobre. Era destino che mi dovessi fermare, che dovessi riposare. Un po' forse anche riflettere. Ma adesso sono carico e pronto a ricominciare secondo i tempi dettati dal recupero. Senza fretta, senza nulla più di programmato. Solo io e la mia amica corsa, mano nella mano lungo la strada.

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Aspettando Rovereto

Non mi resta che aspettare. E lavorare. E sperare. Ancora due giorni, anzi meno, e saprò se sabato alle 14 potrò correre alla Fisherman's Friend Strongman Run 2012 Italiana. Correre poi sarebbe già una parola grossa, dato che ormai son fermo da unmese e più. Ma sarebbe già una gran cosa anche solo poter essere in prima linea alla partenza con tutti i vecchi compagni e i nuovi per poter dire "Io c'ero...". Sono quattro mesi che aspettavamo questo momento. Anche solo prima dell'estate facevo i conti sulle settimane di preparazione per non andare ad infierire su quelle per la maratona. Sognavo la prima fila e la gara che ci sarebbe stata dopo la bellissima prova del Nurburgring. Assaporavo già il divertimento ad ogni ostacolo, la fatica in salita, il freddo o il caldo imprevisto, le risa con i vecchi compagni e i mille abbracci pre-e-dopo-gara.

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Senza pace

Mi rimane solo il dilemma irrisolvibile... fermarsi o continuare? Dopo l'ultima seduta dal massaggiatore siamo giunti alla conclusione che il continuo fastidio non può essere altro che un'infiammazione da carico che ha coinvolto muscol, membrana e tendine. Non ci sarebbe altrimenti spiegazione del perchè entrambe le gambe, a freddo e soprattutto in partenza, sentano ancora il disturbo. A questo punto cosa fare? Il meglio forse sarebbe aspettare ancora. Ma stasera ho voluto provare per capire meglio la situazione. E la cosa non è andata molto bene. Questa settimana avevo già deciso che avrei allungato la distanza fino ad arrivare a 14 Km e così ho fatto. La cosa positiva è essere riuscito a mantenere un passo lento, attorno ai 4' 30".

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Dodici

C'è di positivo che già da due giorni riesco a correre. Cosa non scontata di questi tempi. Sto pensando che, vista la forma latitante, cercherò di uscire il più possibile per mettere chilometri nelle gambe. Sono loro che stanno soffrendo più di tutto il resto. Ieri dodici, oggi altrettanti 12 Km. In realtà mi ero posto due semplici obiettivi: primo non forzare, secondo abbassare il tempo di ieri. Sono soddisfatto solo a metà, ma poteva anche essere prevedibile. Ieri mi sono anche riletto le pagine di un anno fa, quando a pochi giorni di distanza mi trovavo nella stessa situazione a dover recuperare dall'infiammazione al nervo sciatico. Mi ha sollevato un po' il fatto di aver visto che i ritmi per lo meno non sono più gli stessi nonostante il periodo no. Tra le altre cose mi sono anche accorto che la scorsa settimana è stato il quinto anniversario di questo blog, tra prima e seconda versione. Chilometri e chilometri di parole. Quasi non me ne sono neanche accorto. Beh, "Eppiberdei corroergosum"...

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Fisherman's Friend Strongman Run Italy

Come ogni volta restano i ricordi. E, anche se non ho corso, sono davvero tanti in questa prima edizione italiana della Fisherman's Friend Strongman Run di Rovereto. Un po' la sento anche mia questa corsa, scoperta quasi per caso due anni fa grazie a Manlio, voluta fortemente lo scorso anno, conquistata questa primavera in terra germanica. Ne abbiamo parlato tanto, abbiamo riso insieme, abbiamo guardato fotografie e filmati di tutte le gare d'Europa. In quanti ci siamo conosciuti per strada, in aereoporto, nei paddock, sui pullman, in albergo, ai pub, alle feste, lungo il percorso... e questa volta eravamo tutti insieme: Gazzetta Runners Club, Fisherman's Team, Podisti da Marte, A Piede Libero, Runner's World Team, Footworks Team. E poi tutti quelli che si sono uniti a noi dopo i nostri racconti, che ci hanno seguito giorno dopo giorno, gara dopo gara, conquistati da questa corsa e che si sono buttati a loro volta in mezzo al fango. Ieri è stata la nostra festa. Una festa di solo sport. Una festa strong.

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Fibrosi e Fibrolisi

Direi che per questa volta la lezione l'ho imparata. E spero soprattutto che l'esperienza possa servire anche a qualcun altro. Non mi era mai successo prima. Correre la Cortina-Dobbiaco non in condizioni ottimali è stato uno sbaglio, lo sapevo e adesso ne sto ancora pagando le conseguenze. Seppur sembrava che la situazione si fosse invece ristabilita. L'esito della visita di oggi da Mario (Ruggiu, n.d.a.) è stato fibrosi. Ed anche questa non mi era mai successa prima. Però finalmente almeno so qual è il problema che mi stava assillando da settimane. E soprattutto come uscirne.

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Cariparma Running (Parma) [A2]

"Il maratoneta non è un essere umano usuale: è uno che non cerca scorciatoie per arrivare dove sa di voler arrivare". La citazione è del mio caro amico Tito, il mio mito. Oggi le sento proprio mie. E so che sono vere. Ancora una volta mi ritrovo all’inizio, non conta se più avanti o più indietro. L’importante è rendersi conto di dove si è, senza barare, soprattutto con sé stessi. Poi guardare avanti e vedere dove voler arrivare. Il resto è solo corsa e sudore. Sacrificio e piacere. Un passo alla volta, col sole, la pioggia, il freddo, la stanchezza. Quello sparo al via che ti dà la scossa. Ho visto e incontrato tanti amici ieri alla Cariparma Running. Prima, durante e dopo. Tutti con lo stesso sorriso sulle labbra. Francesca che ha il dono della felicità innata. Lorenzo veloce e leggero come quelli veri. Arturo con la sua fida e immancabile macchina fotografica. Andrea con la voglia di provare sempre qualcosa di nuovo per il piacere di farlo. Daniela tenace e testarda, finalmente di nuovo in strada, per essere ancora più forte di prima. Gianni, a sorpresa, di nuovo al via al mio fianco come cinque mesi fa. Davide e Anna, avversari di Lomagna, sempre insieme e più forti di prima. Chiara che vorrebbe fare sempre tutto senza fermarsi mai. Tutti con quel sorriso e la voglia di arrivare. Prima o dopo non conta. E poco dietro c’ero anch’io.

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Ci vuole solo pazienza

La testa va ancora più veloce delle gambe. In quest ultimi giorni continuo a pensare alle prossime settimane, ai prossimi mesi. A cosa sarà. Se riuscirò a prepararmi bene per quella o quell'altra corsa. Se forse è meglio rimandare di qualche settimana o se forse vale la pena di provarci subito. Come sempre la soluzione a tutti i mali mi è arrivata correndo questa sera: non avere fretta. Nemmeno nelle decisioni. Tutto è possibile, tutto è fattibile. Ma prima devo capire come realmente sto, come sta reagendo il corpo, cosa posso chiedere alle gambe. Poi rimane da valutare tutto il resto. Per cui per ora nessun programma. Quello che c'è già valuterò giorno dopo giorno se è fattibile o meno, quello che sarà verrà da sé. Con anche la possibilità di usare l'autunno per prepararsi al meglio per la primavera. L'unico rammarico è quello di non sapere, ora, come e quanto sarò pronto agli appuntamenti a cui tenevo parecchio, primo tra tutti la Fisherman's Friend Strongman Run Italiana di fine mese.

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Niente Strongman Run

Adesso è ufficiale. Sabato non-correrò la prima edizione della Fisherman’s Friend Strongman Run italiana. La visita di oggi dal fisioterapista ha dato buoni risultati, ma non sufficienti per correre già da subito. E soprattutto per correre una gara così dura. E dopotutto forse è meglio così. Pensandoci bene, correre non al meglio, con la preoccupazione di potersi fare ancora male, non poter fare la prestazione che avrei voluto sarebbe stato peggio (?). Forse. O forse no. Certo ho imparato dai miei errori e non voglio ritrovarmi tra due mesi ancora con dei problemi per non essere stato in grado di dire stop quando era il momento.

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6.30

Sveglia all’alba questa mattina. Silenzio e quindici gradi alla partenza. Il tutto per capire come sta la gamba dopo quasi una settimana di stop. E sembra che la risposta sia ancora una volta negativa. Era da tanto che non mi alzavo a correre prima ancora che la giornata iniziasse. Più di un anno credo. E mi è piaciuto, a parte la fatica d’alzarsi. La temperatura era ideale, fresco e luce soffusa. Il buio nel giro di qualche minuto è diventato subito mattino. In giro pochissima gente, sia chi era già in piedi per correre, sia chi stava già andando al lavoro. Sull’alzaia ho incrociato e superato qualche atleta, ma tutti di una certa età. Solo qualche ciclista bardato sulla strada dell’ufficio abbassava la media degli altri. Nell’aria fresca solo profumo di pane e di brioches. Nessuna lunga coda di macchine, nessun rumore.

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Positivo e negativo

Come sempre dipende da che lato si guarda la medaglia. E quante sfumature aggiungere. L'uscita di ieri è stata sotto certi aspetti un disastro, sotto altri un buon segno. Iniziamo da ciò che è andato male. Come sempre la gamba (entrambele gambe) mi ha dato fastidio subito in partenza, nella solita posizione tra tendine e soleo, basso polpaccio. Il muscolo destro si è ripreso subito, mentre il sinistro ha avuto bisogno di almeno una decina di minuti. Poi tutto è andato liscio per tutti i chilometri di allenamento. Avevo deciso di provare a fare l'uscita più veloce della settimana sui 12 Km, ma mi ero ripromesso di partire piano e spingere solo dopo il giro di boa. Sono partito piano, ma appena la gamba è iniziata a stare bene ho subito tirato troppo, un 3' 50" che ho pagato caro subito dopo.

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Di corsa

Provato e approvato. Finalmente 10 Km quasi senza fastidio. Domenica che doveva essere di pioggia e invece si presenta con una temperatura più che ottimale. D'accordo col fisioterapista abbiamo deciso di provare a correre. E visto che i problemi sono tutti nati sul lento, di correre a un ritmo buono. Avevo un po' di timore lo ammetto. Prima di provare ho però accompagnato Chiara in bici per i suoi "trenta". Un lungo sull'alzaia del Naviglio. Aria fresca, quasi fredda sui pedali ancora freddo. Tantissima la gente che abbiamo incontrato di corsa, in bici, a piedi, a pesca. Qualche compagno della Martesana Corse già di ritorno dalla loro uscita. Abbiamo chiccchierato per quasi tutto il tragitto, mentre io seguivo attento qualsiasi minimo segnale lanciato dai polpacci. Dopo un'ora e quaranta è stato il mio turno. Qualche centinaio di metri insieme e poi ho accelerato, forse anche troppo.

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