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In pista con Fulvio

Era un mese che non vedevo Fulvio, poco prima della Maratona di Carpi. Non vedevo l'ora di incontrarlo, un po' per farmi fare un tagliando dal vivo e un po' per parlare dei prossimi mesi. L'allenamento è stato ottimo. Non mi vedeva correre da parecchio tempo ma i risultati dei suoi suggerimenti sia per postura e tecnica, sia per passo e velocità, adesso stanno uscendo. Ci ho messo un po', ma per raccogliere i frutti del buon lavoro c'è sempre tempo. Mi ha dato fiducia, parecchia. Proprio quella che ci vuole prima di una gara come sarà quella di domenica a Crema. Non voglio svelare cosa mi ha anticipato per i prossimi mesi (altrimenti il blog cosa lo scrivo a fare?), ma se davvero ha ragione, come fin'ora ne ha sempre avuta, potremo toglierci delle belle soddisfazioni. Magari abbattere anche qualche muro... a Berlino.

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Allenamento alla Maratonina di Busto

Buon allenamento. Devo dire che se avessi fatto la stessa seduta alla tapasciata di Carugate non sarebbe stata la stessa cosa. Correre sull'asfalto non è come correre sui sentieri di campagna. Correre in gara, seppur per allenamento, non è come provare le stesse velocità ad una marcia amatoriale. Per questo sono molto soddisfatto della scelta fatta. Vero che le tapasciate sono più allenanti, ma in questo periodo, lavorando sulla velocità, meglio non appesantire troppo le gambe. Soprattutto in vista della vera mezza che sarà tra sette giorni a Crema. E poi ho potuto vedere un percorso che non conoscevo, una corsa che, seppur con le sue carenze, potrebbe essere una buona scelta per gli prossimi anni. Anche perchè i premi di categoria per i primi dieci classificati fanno gola.

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Ripetute 10x80 salita + 10x400 1' 24" [A2]

Giornata di illuminazioni. Sarà stata l'influenza della giornata di sole e delle temperature primaverili, ma il caldo dell'ora di pranzo mi ha messo addosso una (in)sana voglia di correre. Pensando agli allenamenti di oggi, delle prossime settimane e dei prossimi mesi ho provato a pensare a come migliorare ogni seduta. A partire da quella di stasera. E l'intuizione è arrivata da sola, facendo uno-più-uno. E per non lasciare nulla al caso è arrivata anche l'idea per provare a sfruttare la luce del giorno del periodo invernale. Avere vicino un centro sportivo, con pista e spogliatoi potrebbe essere una buona alternativa al buio e al freddo delle sere passate lungo il Naviglio.

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Per la precisione

Il sabato è ormai diventato il giorno del test. Più facile controllare i gps con la luce del sole e con gli allenamenti più blandi. E comincio anche a tirare qualche conclusione sul funzionamento del nuovo TomTom Runner. Certo, non è semplice accontentare un runner. L'esperienza TomTom che si basa soprattutto sulla navigabilità su strada in auto, deve fare i conti con i capricci di chi corre ed è abituato a fare i conti con i secondi. Un conto avere un'ottimo appeal, grafica e immagine; segnalare la migliore strada da seguire, avere un'ottima ricezione. Un conto è fare da supporto a chi corre. Altre necessità. E altro genere di utente, soprattutto. Se un automobilista potrebbe scendere a compromessi sull'usabilità di uno strumento come il gps, questo non succederà mai per un runner. Il runner pretende il meglio per sè, perchè ogni chilometro che corre lo fa col proprio sudore, non seduto comodamente su un sedile in pelle.

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Ripetute 10x500 1' 45" rec. 3' 00"

Seduta più che buona, sotto tutti i punti di vista. Buone le gambe, già riprese dopo le ripetute nella mezza di domenica. Buono il tempo, sole e cielo azzurro, 13°C, temperatura perfetta con anche una leggere brezza. E buono il circuito asfaltato da 1000 m all'interno del Centro Sportivo di Carugate con tanto di chilometraggio segnato ogni cento metri. Con queste premesse l'allenamento non poteva che dare risultati positivi. Fatica tanta, ma per ogni serie non ho mai superato il 1' 45" di sessione. Ho pagato un po' il finale corrispondente anche al leggero falsopiano in salita. Solo qualche metro, ma quando sei al limite sembra di scalare una montagna.

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Un consiglio spassionato

Questa volta lo voglio proprio dire. Perchè dopo quello che ho visto stamattina credo che molti, probabilmente inesperti, ne abbiano bisogno. Siamo a novembre. Siamo in autunno. C'è umidità. Capita anche il brutto tempo. Ma non fa ancora freddo. Questa mattina ho corso con 13°C. E' il periodo migliore dell'anno per correre, la temperatura idilliaca. Non è possibile incontrare gente di corsa che ha addosso completi invernali con doppio e triplo strato, cappellini, pantaloni lunghi, addirittura guanti! E quando farà davvero freddo cosa si metteranno? Molto probabilmente penseranno che non sarà possibile uscire. Lo ripeto: correte in maglietta e pantaloncini. In gara è ancora possibile usare la canottiera. A tratti, se dovesse esserci il sole, farebbe ancora caldo. Io ho sempre preso come riferimento i 10°C. Uno spartiacque tra la giusta temperatura e il possibile freddo. Dipende poi dalla giornata. Ma domani, come oggi, sarò ancora in maniche corte e con le gambe scoperte.

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Tutti al buio

Credo sia stata la prima volta in cui mi sia capitato di incrociare così tanti runners sull'alzaia del Naviglio, al buio. Sicuramente è la temperatura la complice primaria. E forse anche un po' le imminenti corse di novembre, che siano dieci-kappa, mezze o maratone. Una sorpresa. Tanti gruppi e qualche coppia. Tante chiacchiere e meno velocità. Qualcuno, pochi, come me, da soli. E' un peccato che il tratto di ciclabile tra Bellinzago e Inzago non sia illuminata. Basterebbero quei due chilometri e mezzo per dare un punto di ritrovo per i podisti della Martesana. Un po' di sicurezza e uno spazio vivo invece che lasciarlo mal sfruttato. Chissà se qualcuno ci abbia mai pensato prima. Basterebbe così poco...

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Lento, ma mica tanto

Doveva essere un lento l'allenamento di questa sera, ma alla fine è uscito un variato. E non per colpa mia. Visto il ritmo che avrei dovuto tenere, sui 4' 30" , Chiara mi ha chiesto di correre insieme, anche in vista dei ventuno che faremo in coppia nella prima parte della Maratona di Firenze. Partita un po' più piano per il riscaldamento, l'ho raggiunta una volta arrivati sul Naviglio. Temperatura più fresca stasera con 12°C, quattro in meno dei giorni scorsi. Il buio sullla ciclabile è imperante, ma vista la sua richiesta, con noi ho portato la luce frontale. Stando immersi nel buio, gli occhi si abituano alla poca luce e ti permettono di vedere attorno le campagne con i giochi di luce ed ombra data da luna e stelle e dai lampioni posizionati in lontananza.

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Mezzogiorno di fuoco

Fuoco in tutti i sensi. Oggi finalmente ho potuto provare l'uscita in pausa pranzo. E non avrei potuto scegliere giornata migliore visto i 5°C di questa mattina che si avvicineranno molto anche alla temperatura di questa sera. Temperatura a parte però, correre con la luce è un'altra cosa. Come lo è dividere la giornata lavorativa in due parti inframezzate da un buon allenamento. Aria, ossigeno anche per il cervello che rimane molto più attivo anche nel pomeriggio. Devo solo organizzarmi meglio per quel che riguarda il pranzo, ma direi che questa potrebbe diventare un'ottima scelta per l'inverno che sta arrivando.

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Prove da Pacer

Quel che dovevo fare già l'ho fatto. Ormai è quasi passato un mese dal week-end di Carpi. Adesso per me è ora di raccogliere un po' di seminato (la prossima settimana, nda) e, visto che sono meno legato ai programmi, di provare ad aiutare Chiara a raggiungere i suoi obiettivi. Non che da sola non ce la possa fare, ma in due è sicuramente più bello. Anche se le gambe, in corsa, poi sono le sue e non le mie. E soprattutto la testa. Avrei dovuto correre un lento, ho solo aumentato un po' la velocità facendo una variazione di ritmo. Ma soprattutto abbiamo ri-provato a correre insieme, come succederà ancora domenica a Busto Arsizio per i primi due terzi di gara e come succederà poi a Firenze tra venti giorni nella prima metà di gara. Prove da pacer. Un test più per me che per lei.

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Stratreviglio (Treviglio)

Classica d'autunno. Anche se ormai per il terzo anno consecutivo ho abbandonato il lungo da trenta chilometri. La Stratreviglio è una delle tapasciate perfette per preparare le maratone invernali. Percorso quasi piatto, lungo la bassa bergamasca, quasi interamente su asfalto o terrabattuta. Una volta era il lunghissimo per la Maratona di Milano, quando si correva ancora in autunno. Oggi lo è per Firenze o per Torino. O un buon lungo in vista di Reggio Emilia o Pisa. O, perchè no, Valencia. L'alternativa per chi non corre a New York (citazione di Luigi). Ma comunque una tapasciata per esserci, come ogni domenica.

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Ripetute 10x80 in salita + 8x400 1' 24"

Primo tentativo fatto. Poteva andare meglio. Non tanto per il risultato e l'impegno, quanto per il test sul percorso. Ogni volta che ho un nuovo tipo di allenamento da provare non vedo l'ora di correre. E le ripetute in salita programmate per ieri sono stato uno stimolo enorme. Il problema, nella piatta Martesana, è stato trovare una salita adatta alle esigenze. Le alternative non sono molte: o un cavalcavia (serio) o la sponda dell'Adda in zona Trezzo. Questa volta ho optato per le innovazioni della civiltà. Tra tutti ho pensato che il cavalcavia della ferrovia di Pozzuolo Martesana potesse fare a caso mio. Quasi ottocento metri di ponte, con un versante più morbido ed uno più ripido. Ma soprattutto vicino ad un rettilineo in piano per la seconda sessione di ripetute.

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