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Nike Lunaracer +3

Credo che una delle peggiori torture che ci si possa autoinfliggere come runner sia quella di avere in mano un nuovo paio di scarpe e non poter correre. E non un paio di scarpe qualunque, ma un paio di scarpe da gara. Le Nike Lunaracer +3 sono le nuove A1/A2 performanti che ho deciso di provare nelle gare più veloci, dai diecimila alle mezze. Dovevano essere la prima prova per Pisa, ma viste le attuali condizioni, credo che solcheranno altre strade. Chi lo sa, magari già con l'inizio del nuovo anno.

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Gli errori si pagano

Incontri strani lungo il Naviglio: gabbianelle e anatre che pattinano sul letto ghiacciato della Martesana, una signora con piumino, gonna e stivali che fa jogging lungo l'alzaia. Non so di cosa stupirmi maggiormente. Certo a correre non ci si annoia mai. Ho sorriso guardando le zampe palmate scivolare sul ghiaccio, i becchi cercare di infrangere lo specchio opaco dell'acqua troppo fredda, gli uccelli più fortunati cadere nel buco di uno strato più sottile che ha ceduto dopo un sottilissimo crack. Ma ho solo spalancato gli occhi ascoltando già in lontananza il ticchettìo dei tacchi sull'asfalto della ciclabile. Certo. tutto è possibile, ma non lo immaginavo.

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Ripetute 10x100 salita + 10x200 40" rec. 2'

Il giorno delle ripetute arriva sempre. Che ci sia la voglia o no. Mentre nelle scorse settimane non vedevo l'ora dei ritmi veloci, in questa sono stato meno ansioso. Mentalmente la mezza di domenica mi ha come saziato. Le corse di questa settimana le ho vissute come scarico (e in realtà quello erano) non in previsione della prossima mezza che farò a Pisa tra tre settimane. Allo stesso modo è arrivato l'allenamento di questa sera. Sera, si. Per forza di cose ho dovuto spostare la seduta che sarebbe dovuta essere domani (ma sarò a Firenze per la maratona) ad oggi. E non avendo vicine salite papabili nella pausa pranzo sono dovuto ritornare al vecchio orario serale. Preferisco decisamente la luce.

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Nuovi diecimila

Testato anche il giro da 10 Km. Esattamente come avevo immaginato settimana scorsa allungando il percorso all'interno della zona industriale di Caponago gli otto sono magicamente diventati cifra tonda. Non proprio come correre in campagna ma meglio di niente. Certo l'alzaia del Naviglio è tutt'altra cosa, ma già dalla prossima settimana potrei riuscire a spostarmi lungo la ciclabile, solo un po' più a ovest rispetto al solito. E allora si che si potrebbe cominciare a ragionare.

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Il referto

Tutto sommato non mi posso lamentare. Ho avuto paura che potesse essere qualcosa di più grave, ma è stato solo un falso allarme. Le visite fatte tra ieri sera e questa mattina mi hanno rassicurato. Tra virgolette. Non ho avuto cattiv(issim)e notizie, ma non posso neanche saltare dalla gioia. Anche perchè sarebbe deleterio per la gamba. Fisioterapista, ecografia, ortopedico, giusto per non farmi manccare nulla. Ed alla fine tutti sono arrivati alla medesima conclusione: contrattura.

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Un giorno in più

Nulla di preoccupante, ma visto che non ho programmi impellenti a breve termine, a parte la mezza alla Maratona di Pisa, ho preferito prendermi qualche giorno di pausa in più. Il problema al(i) polpaccio(i) di questo week-end preferisco curarlo per bene adesso e non trascinarlo più avanti quando invece sarà importante essere in piena forma. Il 2014 dovrà essere l'anno del passo-in-avanti. Massaggi e fisioterapia, anche se Fulvio mi ha tranquillizzato dicendomi che probabilmente è il frutto del lavoro fatto con le ripetute in salita. Spero solo di non aver esagerato.

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Col naso all'insù

Devo dire che questa settimana la fortuna mi assistito in tutti gli allenamenti. Mai un'uscita sotto la pioggia, se non qualche goccia rinfrescante. Le scarpe mai infradiciate ne sono la prova. E in una settimana in cui è piovuto ininterrottamente per giorno e notte non è male. La temperatura però è scesa, di pochi gradi, costantemente. E ieri mi sono dovuto arrendere a coprirmi un po' di più. Più che altro per il vento forte e freddo da est.

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Maratonina Città di Crema

Diciamo che forse dovrei cominciare a scegliere le gare un po' meglio. Avevo già corso la Maratonina Città di Crema lo scorso anno accompagnando mio Zio, prima gara appena dopo l'infortunio. Mi era sembrata una corsa abbastanza facile, veloce anche. Bella lo è stata. Con i suoi passaggi nella bassa campagna cremasca appena fuori città. Sapore di campi di una volta e che ora stanno scomparendo più ci si avvicina a Milano. Giornata perfetta per la corsa, con sole, cielo terso e clima caldo. Ho rimpianto quasi subito la canottiera lasciata a casa a priori. Ma la fatica si è presentata subito, appena partiti. Le strade piatte e dritte che mi ricordavo c'erano ma solo in alcuni tratti. I cavalcavia che sembravano innocui hanno lasciato subito il conto alle gambe. Anche i piccoli, ma lunghi, dislivelli si sono sentiti ad ogni passo. O forse il percorso è stato solo il contorno dove ho lasciato il sudore. Quello che ha sbagliato giornata sono stato io.

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Un passo più in là

Ci sono giorni in cui correre sarebbe l'unica cosa da fare. Correre e sentire il freddo vento sulla faccia. Assaporare il silenzio del Naviglio, l'eco dei passi lasciati alle spalle che volano sui prati verdi e immobili dell'inverno. Accompagnati solo dalla presenza degli ultimi uccelli rimasti alla ricerca di un rigagnolo nella campagna deserta. Correre come viaggiare nel tempo e ripensare ai momenti che non torneranno più, ai quei quadri stampati nel cuore che saranno lì sempre pronti da rimirare. Correre non per un traguardo, non per un tempo, non per una sfida. Correre per sentirsi vivi, per assaporare la fatica, per guardarsi attorno e sentirsi fortunati per essere arrivati fino a qui. O un passo più in là.

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Pacer alla (mezza) Firenze Marathon

La Maratona rende tutti uguali. Puoi essere forte, preparato, all'esordio, un veterano; puoi essere preoccupato, sicuro, spensierato; puoi essere allenato o improvvisare tutto. Ma una cosa è certa, non ci sarà nulla di scontato o facile. La Maratona è democratica. Ho visto entrare nelle gabbie prima della partenza runner che possono rappresentare tutta la fauna podistica, dal tapascione al top-runner, dai super-tecnologici ai vintage-veterani. Eppure tutti, in quei quarantaduemilacentonovantacinquemetri, hanno sofferto. Chi prima, chi dopo, tutti hanno dovuto pagare il conto e versare sudore sull'asfalto. Io sono stato solo un'autista per metà in questa Firenze Marathon, ma non sono stato l'eccezione alla regola.

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Nike Pegasus +30 e TomTom Runner

Giornata di test. Un po' a sorpresa oggi corsa all'insegna delle prove. Avevo messo in conto ieri di inaugurare la nuove Nike Pegasus +30 prima dei ventuno chilometri di domenica prossima alla Maratona di Firenze. Quello che non avevo invece previsto era l'arrivo anche del nuovo TomTom Runner gps, rimandatomi dopo i problemi di batteria riscontrati nel modello precedente. Ma visti gli allenamenti blandi di questa settimana non ci sarebbe stata miglior occasione per provare in corsa tutto quanto. Oltretutto accompagnato anche da un mezzogiorno di quasi-sole dopo tutta la pioggia di questa settimana. Meglio non sarebbe potuta andare.

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Pioggia a mezzodì

Oggi con tutta calma. Non è stata una giornata invitante per uscire, ma non per questo ho rinunciato al mio mezzogiorno di corsa. Già il fatto di farlo alla luce del sole e non più al buio è un fatto positivo. E credo di essere stato l'unico. Non ho incrociato nessun altro in tutti gli 8 Km fatti. Un po' più fresco rispetto ai giorni scorsi e per fortuna avevo con me anche la sottomaglia termica smanicata. L'abbinamento doppio strato è stato perfetto. Il passo è stato lento ed ho patito un po' più il freddo rispetto al solito, nonostante non mi sia bagnato troppo. Dalla cintura in giù invece la situazione è stata completamente diversa. Pantaloncini infradiciati e gambe completamente lavate. Ma nonostante tutto calde. E' il caso che cominci a pensare bene cosa mettermi domenica: non dovrebbe piovere ma ci sarà umido, andrò più veloce ma anche per più chilometri. L'abbigliamento potrebbe fare la differenza. E non sto parlando di moda.

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